VARANASI: LA CITTA’ SACRA PER GIUNGERE A DIO

VARANASI: LA CITTA’ SACRA PER GIUNGERE A DIO

VARANASI: LA CITTA’ SACRA PER GIUNGERE A DIO

Dove: India-Uttar Pradesh
Clima: caldo tutto l’anno con temperature più alte nei mesi estivi
Mezzo di Trasporto: aereo, jeep e gambe
A chi piace: a chi insegue l’eternità, a chi vuole immergersi in un’altra cultura, agli altruisti, a chi cerca se stesso

E’ sera a Varanasi e il crepuscolo avvolge le dense e placide acque del fiume Gange cullando la barca di legno che presto mi condurrà ai riti religiosi della sera.
I “Ganga Aarti”, o riti religiosi indù, rifioriscono imperturbabili ogni giorno dell’anno, struggenti, evocativi fanno sentire chiunque parte di quel “tutto” che spesso manca a noi occidentali. Sono ordinatamente preparati sui Ghat, gli scaloni che portano alle acque del sacro fiume Gange e chi vi assiste ne resta estasiato.
Prepararsi a questo spettacolo non è semplice e spesso si giunge impreparati a questa meraviglia a tratti sconvolgente.
Chi vede il fiume Gange o Ganga per la prima volta ne resta affascinato: immenso, placido, denso, di notte tutt’uno con l’oscurità. Lungo più di 2000 km, nasce dai ghiacciai dell’Himalaya e sfocia nel Golfo del Bengala. Esso stesso nella religione Indù è venerato e per questa sua sacralità è ritenuto la porta di accesso preferenziale per l’aldilà.

 

Come fare “karma positivo” a Varanasi

Varanasi o Benares (come era stata ribattezzata durante la dominazione inglese), è la città sacra dell’India per eccellenza.
Si crede infatti che chi ha la “fortuna di morire” a Varanasi, essere cremato e disperso nel fiume sacro Gange, sia più vicino a Dio. Non solo: anche bagnarsi una volta nella vita nel fiume Gange, permette di purificare la propria anima, fare “karma positivo” ovvero espiare le proprie azioni negative e preparare la propria anima per il viaggio che aspetta tutti i credenti dopo la vita.
Per noi occidentali appare tutto molto strano vedere come nelle stesse acque siano effettuate le cremazioni funerarie, le persone si facciano il bagno, e l’acqua venga bevuta e venerata come una Dea, ma è proprio tutto questo a rendere il viaggio a Varanasi ancor più emozionante e ricco di significato. Non è possibile partecipare alle cerimonie religiose sulle sponde del sacro fiume, senza tenere presente la forte spiritualità che permea le sue acque e la città di Varanasi.

Namastè: saluto il Dio che è dentro te

Per gli induisti tutto è sacro: le acque dei fiumi sono sacre, le montagne sono sacre, gli esseri umani sono sacri in quanto ritenuti con i loro corpi dei templi in cui alberga la divinità. Lo stesso saluto indiano “Namastè” significa: saluto il dio che è dentro di te. E’ naturale così per gli induisti cercare di volgere il proprio karma (ovvero la somma delle proprie azioni) verso il bene e il rispetto di tutto ciò che li circonda.
Varanasi è un viaggio metaforico dentro noi stessi, qui ma in generale in India c’è tutta l’umanità, le sue miserie ma anche le sue grandezze, i suoi limiti ma anche la profondità dell’animo umano che cerca di dare un senso a ciò che incontra. Ancora oggi mi porto dentro un’ esperienza che mi ha cambiato la vita, mi ha portato a comprendere tanto dell’altro, il valore dell’accoglienza quando non si ha nulla, la bellezza di uno sguardo che regala pace.
Se oggi qualcuno mi chiedesse un consiglio prima di visitare Varanasi gli direi: entra in questo mondo con la mente libera perché poco o nulla del nostro “bagaglio da occidentali” ci aiuterà a comprendere Varanasi e le sacre acque del suo fiume.

Un ringraziamento perticolare a: Andrea, Raj Bahadur Singh Sawrad, Chiara, Martina, Mirna, Linda, “Marlon Brando” e il medico legale che mi ha salvato letteralmente vita. Senza di loro il mio viaggio in India non sarebbe stato lo stesso.

Fonti: karma brevi approfondimenti su i concetti chiave della religione induista: unione induista italiana www.induismo.it
Breve compendio per una rapida introduzione all’induismo: Vasudha Narayanan “Capire l’induismo”.

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CAPODANNO INDUISTA ALLE MAURITIUS

CAPODANNO INDUISTA ALLE MAURITIUS

CAPODANNO INDUISTA ALLE MAURITIUS

Dove: Lago sacro Ganga Talao-Repubblica di Mauritius
Clima: Tropicale: inverni caldi ma piovosi
Mezzo di Trasporto: Taxi A chi piace: Evocativi, spirituali, fotografi, sognatori, artisti, pantofolai con giudizio.

Voglio una vita da “spiritual seeker”

Il La che ha dato inizio ai “viaggi della spiritualità” è stata l’isola Mascarena di Mauritius che fa parte di un arcipelago ed è nota in tutto il mondo per il relax e i bellissimi fondali dove fare snorkeling. Nonostante ciò nell’entroterra esistono luoghi magici assolutamente da non perdere. Non credo sia scontato entrare in un tempio induista il giorno di Capodanno, ma il destino ha voluto farmi conoscere questa religione proprio in questa occasione ed è stata la porta di accesso per il successivo viaggio nello stato del Rajasthan (India).
Quando sono stata nella Repubblica di Mauritius (gennaio) essendo un clima tropicale, ho trovato sporadici acquazzoni di breve durata ma un sole abbagliante e un clima bellissimo per tutto il viaggio. Durante il mio soggiorno, una mattina nebbiosa e piovigginosa ho deciso di dedicarmi ai tesori dell’isola e prenotare un taxi.
Quando ormai avevo perso le speranze di poter rivedere il sole e scegliermi una spiaggetta paradisiaca dove dimenticare me stessa, ho trovato lui: il lago sacro “Ganga Talao”.

Il Dio Shiva “dalla gola blu”

Sono arrivata a piedi al lago sacro, e qui ho trovato numerosi pellegrini impegnati a festeggiare il Capodanno induista. Niente per me è stato più folgorante di ciò a cui ho avuto l’onore di assistere. Un’esperienza unica basata solo sull’onda dell’emotività dal momento che non avevo la benchè minima idea di come si svolgesse una rito induista.
Il lago sacro era circondato da una tiepida foschia mista a pioggerellina che rendeva tutto più struggente ma sicuramente più evocativo. Enormi statue dalla testa di elefante e di scimmia facevano da sentinelle alle sacre acque del lago e su di esse trotterellavano simpatiche scimmiette in carne ed ossa. Il Dio Shiva imponente e riconoscibile dal colore blu, dal terzo occhio e dal serpente al collo, accoglieva i pellegrini che si bagnavano mani e piedi in attesa di entrare nel tempio. Questa rappresentazione di Shiva viene anche detta “dalla gola blu” ovvero colui che beve tutto il veleno del mondo.

Ganga Talao: il lago sacro figlio del fiume Gange

Grazie alla generosità e all’ospitalità dei credenti, sono potuta entrare all’interno del Tempietto posto sulle rive del lago Ganga Talao e inaspettatamente sono stata travolta da un’esplosione di colori, profumi e fiori colorati dalla prevalente tonalità arancione.
La statua della divinità era al centro della stanza ricoperta di fiori, frutti, contenitori di acqua, la riproduzione perfetta di un giardino paradisiaco. I pellegrini andavano e venivano, e intonavano canti. Accanto all’ambiente principale c’era una piccola stanza laterale visibile dall’esterno grazie ad una vetrata e anche qui i pellegrini facevano sosta davanti alle divinità. In questa occasione ho potuto assistere a tutta la cerimonia, un regalo inaspettato e un’esperienza assolutamente formativa per entrare in contatto con un’altra religione e gli abitanti del luogo.

Una curiosità: la leggenda narra che il “Ganga Talao” abbia tratto origine dalle sacre acque del fiume Gange, trasportate sulla propria testa dal dio Shiva che con Brahama e Vishnu compone la Trimurti, la forma triplice dell’essere supremo induista.
So che manca ancora qualche mese a Capodanno ma pandemia e restrizioni aeree permettendo, ho pensato di parlarvi in anticipo delle Mauritius e del Lago sacro Ganga Talao così avrete la possibilità di documentarvi approfonditamente su questo indimenticabile viaggio e arrivare preparati alla prenotazione!

 

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