MONTE VERNA: L’ANELLO BASSO, UN TREKKING DA FIABA

MONTE VERNA: L’ANELLO BASSO, UN TREKKING DA FIABA

MONTE VERNA: L’ANELLO BASSO, UN TREKKING DA FIABA

Dove: Monte Verna (Chiusi Verna AR)
Clima: Inverni rigidi con abbondanti nevicate. Estati fresche e piacevoli
Mezzo di Trasporto: macchina e gambe A chi piace: camminatori di ogni specie, chi cerca il fresco d’estate e la neve non calpestata, gli spirituali, i poeti, gli ambientalisti, i collezionisti di albe.

Un luogo segreto ai piedi del Santuario della Verna

Puntiamo in alto quando esiste un grande sogno da realizzare, conquistiamo una cima quando per passione viaggiamo per il mondo percorrendo sentieri e perseguendo il nostro benessere, indirizziamo gli occhi al cielo per aprire i nostri orizzonti mentali.
Esiste un luogo fiabesco a 900 m s.l.m. che non è una cima e segretamente aspetta l’escursionista, protetto da una foresta monumentale di faggi e abeti bianchi che come pinnacoli ondeggiano accarezzati dal vento. In questo luogo magico, raggiungibile a piedi semplicemente respirando a passo dolce e cadenzato, il silenzio è assordante e dentro al vuoto c’è seduto il vostro benessere.
Mi scuso per questa lunga e doverosa introduzione al percorso dell’Anello basso, situato ai piedi del Santuario francescano della Verna, in Casentino, ma dopo che ci sarete stati capirete che ogni mia parola non era di troppo.

Immersi nelle spettacolari foreste casentinesi

L’Anello basso è un’area che fa parte del Parco delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, un luogo per molti aspetti ancora nascosto e poco esplorato, e proprio per questo che può regalare una grande intimità con se stessi.
Si chiama anello perché sta alla base ed abbraccia il monte della Verna, il Sacro Monte che secondo la tradizione fu donato nel 1213 a San Francesco dal Conte Orlando Cattani che si rivolse al religioso con queste parole:


“Monte della Vernia, lo quale è molto solitario e salvatico ed è troppo ben atto a chi volesse fare penitenza […]o a chi desidera fare vita solitaria”.

In effetti ancora oggi queste Foreste sono così spettacolari proprio perché chiunque vada per devozione o per amore della natura e del trekking, può tornare a casa arricchito. La solitudine qui diventa un valore inestimabile, la mente si svuota e mai come in questi momenti è possibile sentire la nostra appartenenza alla Natura.
Le maestose foreste della Verna sono magiche d’inverno, ovattate dalla neve, ma anche piacevolmente fresche d’estate grazie proprio alla schermatura solare delle alte fronde degli alberi, che creano effetti di luce e chiaroscuri, da rubare con più di uno scatto.

Dal crepitio delle foglie ai cinguettii in lontananza, qui potrete con molta facilità trovare risposte importanti custodite negli anfratti rocciosi che costeggiano il sentiero. Godetevi il “freddo” che proviene dalle antiche ghiacciaie disseminate lungo il percorso e immaginatevi un tempo dove lupi, cervi, daini e caprioli, erano i soli abitanti del luogo.

La montagna è spesso per me un antidolorifico naturale, tutto si ricolloca magicamente al proprio posto e si relativizza ciò che non è poi cosi importante. A seconda del vostro grado di allenamento, il percorso dell’Anello Basso potrà essere un trekking finito oppure essere usato come riscaldamento per raggiungere il monte Calvano, di cui potrete trovare le indicazioni quasi alla fine dell’Anello. Se vorrete in un’ ulteriore mezz’oretta di salita potrete arrivare alla cima del Calvano dove vi accorgerete di aver trovato quella risposta che stavate cercando.

Se avete del tempo, visitate il Santuario francescano della Verna ricco di fascino e storia, perdetevi nella vita di San Francesco e nelle bellezze artistiche del Santuario. Sempre a piedi potrete raggiungere il paese di Chiusi della Verna e visitare le rovine del Castello del Conte Orlando Cattani.

Indicazioni pratiche per l’Anello Basso della Verna

Beccia- antica mulattiera verso il Santuario della Verna – indicazioni per Rimbocchi – sentiero dell’Anello Basso – (eventuale digressione per Monte Calvano – Melosa – Santuario della Verna – Beccia
Tempo di percorrenza: solo Anello 1h e 30 sentiero facile (anche Monte Calvano 2h e 30 sentiero in salita)

Arrivate a località Beccia, 1024 m.s.l.m., (Chiusi della Verna Ar), dove potrete parcheggiare agevolmente la macchina. Dirigetevi verso l’antica mulattiera in direzione Santuario della Verna. Non dovrete arrivare al Santuario ma dopo circa 10 minuti di cammino, prima della Cappellina degli Uccelli, troverete un cancello con una stretta scalettina in pietra (foto prima galleria fotografica). Salitela e iniziate a percorre il sentiero a sin. verso Rimbocchi. Non dovrete più fare deviazioni ma tenere sempre come punto di riferimento il Monte Verna alla vostra dx. Ammirate la maestosità del Sasso Spicco sopra di voi e lasciatevi trasportare dalla magia del luogo. Prestate attenzione a due incroci in particolare: quello fotografato nella seconda galleria fotografica in cui dovrete andare in direzione “Passo della Calla“, e successivamente dove il sentiero biforca tenetevi sempre sulla sinistra e andate in salita verso il Monte della Verna.

Lunghezza percorso: circa 6km con il Monte Calvano circa 8km

SHARE ON:
LE PRESENZE DI MASSALTO O MANSALTO IN MUGELLO

LE PRESENZE DI MASSALTO O MANSALTO IN MUGELLO

LE PRESENZE DI MASSALTO O MANSALTO IN MUGELLO

Dove: Borgo San Lorenzo, partenza da Prato all’Albero
Clima: Inverni freddi, Primavere miti ed estati calde e afose a seconda dell’altitudine
Mezzo di Trasporto: macchina e gambe A chi piace: sportivi, storici, fotografi, botanici, cercatori del sole, stilisti per i colori che la Primavera può offrire.

Alla ricerca dei nostri avi

Travolti da un’esplosione di colori e dall’intenso profumo di Ginestra, la Primavera in Mugello non manca di stupire.
A Capanna Marcone in provincia di Borgo San Lorenzo, sull’Appennino Tosco-romagnolo, siamo a oltre 1000 m e l’aria fresca delle mattine di Primavera, unita al sole che scalda ma non disturba, porta con sè quel sentimento di rinascita e riapertura alla vita che ogni anno fa piacere sentire.
Dal rifugio Capanna Marcone possiamo arrivare in un paio d’ore di sano ma rilassante trekking attraversando boschi di faggi e abeti, ad un paese “fantasma” chiamato Mansalto o Massalto, i cui ruderi testimoniano un passato “glorioso” citato nei diari di guerra inglesi.
Io adoro il trekking anche senza meta, perché rilassa e unisce la passione per le camminate a quella dei paesaggi godibili in tutta tranquillità.
Niente è più appagante del cielo terso di una mattina di Primavera, la mente libera, lo zaino in spalla, il verde e i prati fioriti che rigenerano lo sguardo. Nessun manuale potrà mai insegnarti a stare bene come immergersi in un bosco. Credo che l’uomo abbia un legame speciale con l’ambiente che lo circonda e i 4 elementi naturali.

Mansalto o Massalto: ruderi di un passato glorioso

Come potrete leggere nella bacheca lungo il percorso, Mansalto si chiama così dalla presenza di massi di arenaria in prossimità del crinale. Oggi è costituito da una serie di ruderi avvolti da una fitta vegetazione ma non è sempre stato così. Il bello dei paesi abbandonati è immaginarci le persone all’interno delle case ora diroccate, i sentieri ben tenuti, gli animali nei cortili, i campi lavorati, persino le voci e i passi delle persone che fino al “fatidico giorno”, hanno animato quella parte di bosco come se la vita in quei luoghi non dovesse finire mai.
Quando arriverete a Mansalto lasciando la strada sterrata e scendendo per uno stretto sentiero, vi domanderete come mai qualcuno decise di costruire quelle case al centro di una intricata vegetazione. In realtà secondo le testimonianze che ci sono pervenute, i campi erano puliti e usati per il pascolo e si potevano intravedere addirittura le abitazioni del fondo valle. Proseguendo lungo il sentiero oltre i ruderi, sono ancora presenti dei tabernacoli ex-voto, segno che queste strade erano battute e vie di comunicazione tra due insediamenti monastici: Razzuolo e Moscheta a Grezzano e Pulicciano.

Indicazioni pratiche per arrivare a Mansalto: itinerario ad anello

Prato all’Albero – Capanna Marcone – Valdiccioli – Massalto – Capanna Marcone – Prato all’Albero
Tempo di percorrenza: 3 ore in tranquillità, strada agevole, sentiero facile

Da Prato all’Albero, dove è possibile lasciare la macchina, percorrendo il sentiero 00 arriverete in pochi minuti al rifugio “Capanna Marcone” attrezzato con tavolini per pic-nic all’aperto.
Il sentiero prosegue a sinistra in direzione Valdiccioli, dove potrete ammirare i meravigliosi scorci della campagna mugellana.
Arrivati a Valdiccioli troverete una fontana con acqua potabile.
Dove c’è il cartello con le indicazioni si gira a dx arrivando ad una zona aperta a prato dove è necessario stare attenti e imboccare la strada di sopra senza scendere. La strada segnata inizia un percorso all’interno del bosco e attraversa più volte il torrente Farfareta. Successivamente giungeremo ad un segnale fatto a squadra. Qui il sentiero scende a sinistra anche se c’è n’è un altro segnato in alto a dx. Per andare a Mansalto scendere a sinistra seguendo la strada che non è più segnata ma ben visibile e camminare per circa 15- 20 minuti. Dopo poco che avrete lasciato la strada carrabile, troverete un viottolino segnato a sin in discesa che riporta a Valdiccioli. Voi proseguite fino a quando non troverete i ruderi di Mansalto. Se volete completare l’anello e tornare a Capanna Marcone dovrete tornare indietro sulla strada carrabile, girare a dx e farla tutta fino a rintracciare il sentiero del crinale 00 una strada bella e molto ampia, indicazione Colla.

SHARE ON: