GIORDANIA: DA PETRA ALLA NOSTRA ANIMA

GIORDANIA: DA PETRA ALLA NOSTRA ANIMA

GIORDANIA: DA PETRA ALLA NOSTRA ANIMA

Dove: Giordania
Clima: inverno temperato arido, estati molto calde
Mezzo di Trasporto: macchina, bus, jeep, gambe
A chi piace: ai solitari, appassionati di archeologia, agli spirituali, agli avventurieri

Vicino Oriente accessibile, ospitale e riflessivo

Il Regno Hashemita di Giordania o più semplicemente Giordania, è ritenuto uno dei territori più sicuri del Vicino Oriente. Dando un’occhiata ai confini di questo stato, vedremo luoghi che sono stati o sono purtroppo teatro di conflitti e orribili massacri, ma questa terra estesa poco meno di 90.000 km2, resiste, e si apre al mondo.
Nonostante le difficoltà e le contraddizioni di un paese di confine sottoposto alle pressioni della propria storia, la Giordania è nota per la sua cordiale ospitalità, un’inclinazione facilmente riscontrabile in ogni circostanza.
Programmare un viaggio in Giordania significa immergersi nel medesimo istante nella struggente bellezza dei suoi siti archeologici, perfettamente conservati e sconvolgersi per il contatto visivo così ravvicinato dei suoi campi profughi, partecipare anche solo per un attimo a quel dolore che troppo spesso resta confinato in immagini e parole mai sufficienti.
Dolore e speranza, forse rassegnazione ma avere un’esperienza così forte, da poter portare a casa è qualcosa che ci farà riscoprire cambiati. Camminare, mangiare e dormire in città che vivono ogni giorno sulla propria pelle il dolore di altre persone può veramente farci sentire parte di un mondo interconnesso e condiviso anche solo per pochi giorni.

Dal Wadi Rum ad Amman passando per Petra

La Giordania incanta per i suoi paesaggi leggendari: sabbia rossa di deserti sconfinati, il più famoso a est di Aqaba quello del Wadi Rum il mitico deserto descritto ne “I 7 pilatri della saggezza” da Lowrence d’Arabia, nella prima metà del ‘900. Silenzio, sole a picco, lo sguardo che si perde in lontananza, un safari in jeep e poi un the sotto una tenda beduina mentre il vento soffia raffiche ghiacciate intrise di sabbia. E poi lei: Petra, la maestosa città dei Nabatei, una delle 7 meraviglie del mondo, invisibile allo sguardo, nascosta nella roccia un sogno da percorrere con prudenza, a piedi o con i cavalli messi a disposizione dalla gente locale.
Impossibile non fare una sosta ad Amman, la capitale dove molti atterreranno per iniziare il proprio viaggio alla scoperta della Giordania.

Perdersi nei luoghi biblici: dal Mar Morto al Monte Nebo

Se possibile non dimenticate un tuffo nel Mar Morto (sale permettendo!), il luogo più depresso della crosta terreste dove si galleggia davvero, provare per credere! E poi una sosta anche breve nelle città carovaniere di Gerasa e Gadara, un pranzo in famiglia a Madaba e per chi crede o semplicemente è attratto dal magnetismo dei luoghi biblici che hanno gettato le fondamenta della nostra civiltà, il monte Nebo dove Mosè ebbe la visione della Terra Promessa e dove secondo le tradizioni ebraico-cristiane, Mosè fu sepolto.

Giordania: quando andare

Potemmo proseguire pagine e pagine a decantare le meraviglie di questo stato così centrale nella storia dell’umanità. Da Novembre in poi potrete prenotare il vostro biglietto senza grossi problemi climatici. Ricordatevi che a Dicembre-Gennaio è inverno anche qui con giornate di sole bellissime ma pur sempre da piumino e grandi escursioni termiche soprattutto nelle aree desertiche. Nella regione del Mar morto troverete 20 C anche a Capodanno ma se volete girare un po da nord a sud vi consiglio, piumino, scarpe da trekking crema solare e indumenti barriera anti-vento.
La Giordania si può fare “mordi e fuggi”, Amman e Petra, in 3-4gg si può assaggiare in 8 giorni o degustare con tranquillità in 15 giorni. Ciò che di sicuro sorprenderà è la vastità delle cose da fare e da vedere, è la sua particolarità contemplativa, quell’essere lontano da tutti eppure sentirsi intensamente parte dell’umanità.

Foto articolo: Pietrini Andrea

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VIENI VIA CON ME – COVID 19

VIENI VIA CON ME – COVID 19

VIENI VIA CON ME – COVID 19

(da leggere prima dell’uso)

I viaggi sono un incontro fra culture. Quando godiamo dello spettacolo della Natura è perché l’uomo l’ha rispettata, facendola arrivare ai nostri giorni intatta nella sua bellezza. L’uomo suo malgrado è sempre protagonista di ciò che lo circonda ed ha sempre una grossa responsabilità della casa comune chiamata Terra.

Un tempo sospeso da ripensare

Oggi però il mondo ci appare sconvolto, trasformato da una pandemia che ci ha chiamato a ripensare a tutti i nostri valori e alle relazioni umane. I contatti sono fortemente ridotti ed evitati se non necessari. Eppure nonostante ciò continuiamo ad andare avanti con forza, nella speranza che tutto prima o poi abbia una fine e che il contatto tra le persone possa riprendere libero e in totale sicurezza. In questo “tempo sospeso” si rende ancora più necessario viaggiare con la fantasia, restare in contatto con luoghi e culture diverse dalla nostra, sentirci parte di un tutto unitario che mi auguro possa essere la strada per una rinnovata collaborazione fra i popoli.

Prepariamo la valigia

Non avrei mai pensato di pubblicare questo blog in un momento storico così particolare ma fortunatamente il viaggio ha sempre e solo un punto di inizio: la nostra immaginazione. Non esiste nessuno che abbia intrapreso un viaggio senza averlo prima immaginato, tutto parte dalla nostra testa e arriva alle nostre gambe.

Prepara quindi una valigia virtuale e “Vieni via con me” come cantava il grande Paolo Conte.

Questo mese andremo a New York cercando Kate Hearing, voleremo alle Mauritius sotto la protezione del Dio Shiva, ci rilasseremo leggendo un bellissmo testo sulla vita di K. Hearing e non dimenticate carta e penna per entrare nel magico mondo della scrittura in cui perdersi letteralmente!

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TRIBECA: CERCANDO KEITH HEARING

TRIBECA: CERCANDO KEITH HEARING

TRIBECA: CERCANDO KEITH HEARING

Dove: New-York-Lower Manhattan
Clima: Continentale: inverni freddi ed estati calde
Mezzo di Trasporto: Metropolitana e Gambe A chi piace: Tatuatori, fotografi, collezionisti di idee, musicisti, ai contemporanei


Verso Bowery Street

C’è un mistero che aleggia sul murale di Keith Hearing, posto tra Bowery e Houston St. a Lower Manhattan: esiste?
Credo di non essere stata l’unica a New York nel crearmi un personale itinerario a caccia dei murales di Keith Hearing, il visionario quanto mai geniale ed iconico street artist che con i suoi graffiti ha sancito la nascita di una vera e propria corrente artistica.
La ricerca di questo murale (che spero qualcuno di voi abbia visto dal vivo) è iniziata da TriBeCa, il famosissimo quadrilatero che prende il nome da un acronimo tutt’altro che romantico: Triangle Below Canal Street!
Avevo letto molto riguardo a TriBeCa, un’area dalla storia quanto mai affascinante e coinvolgente: da zona industriale periferica e degradata, fino agli anni ‘80, a quartiere degli artisti che con il loro attivismo hanno sancito il rinascimento di questa zona. Il recupero di aree urbane non è prerogativa di New York ma di innumerevoli città del mondo ed è una cosa che mi ha sempre incuriosita perché in effetti il degrado porta sempre a due strade: o altro degrado o ad una rinascita eccezionale. Se ci pensiamo a volte capita così anche nella vita: dal caos e dall’inquietudine può sprigionarsi un’ energia talmente potente da far nascere qualcosa di meraviglioso. Oggi, percorrendo TriBeCa in lungo e in largo, potremo trovare con un po’di fortuna set di film in corso d’opera, interessanti negozietti di life style, botteghe di tatuatori, vecchie mesticherie, bar e ristoranti e arrivare proprio all’incrocio tra Bovery St. e Houston St., dove io con il cuore in gola e tanta aspettativa, ho cercato il murale di Hearing.

Hearing, Kerouac e il Sutra del Diamante

Ricordo ancora che prima di arrivare al famoso incrocio, dalla parte opposta della strada ho visto un giardino dismesso che mi ha ricordato subito una bellissima descrizione di Kerouac:

il vecchio portico di legno marcio era inclinato in avanti, tra l’edera e i rampicanti, e c’era una bella vecchia sedia a dondolo dove mi sedevo ogni mattina a leggere il mio Sutra del Diamante”. Il giardino era pieno di piante di pomodori quasi maturi, e di menta, menta, tutto odorava di menta, e c’era un unico meraviglioso albero all’ombra del quale amavo sedermi a meditare…”.

Si perché in questi quartieri, riportati a nuova vita, ci sono sempre vecchie case dove ancora abita qualcuno, magari con la vernice scrostata e in stato di abbondono ma che odorano di storia vissuta. In ogni caso la mia storia è stata una storia triste perché quel pomeriggio proprio a quel famoso angolo ho trovato dei writers che ballavano rap ed erano visibilmente in attesa di qualcosa.

Il Murale fantasma e il Rock Club CBGB

Purtroppo un ragazzo mi ha spiegato che il murale esisteva ma era coperto da un pannello su cui altri graffitari avrebbero potuto allenare la propria vena artistica! Spero e mi auguro che quando andrete voi, sia il periodo in cui Hearing sarà in bella mostra, ma nel caso restate a passeggiare lungo Bowery Str. perché al civico 315 potrete sostare di fronte allo storico rock club CBGB, il tempio della musica rock aperto negli anni ’70 e ora chiuso.
Oltre per il suo fascino, TriBeCa è un quartiere molto vicino al memoriale di Ground Zero ed è proprio dopo il terribile attacco terroristico che è stato creato il “Tribeca film festival”, un simbolico segno di speranza e rinascita dopo un evento tanto traumatico.

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CAPODANNO INDUISTA ALLE MAURITIUS

CAPODANNO INDUISTA ALLE MAURITIUS

CAPODANNO INDUISTA ALLE MAURITIUS

Dove: Lago sacro Ganga Talao-Repubblica di Mauritius
Clima: Tropicale: inverni caldi ma piovosi
Mezzo di Trasporto: Taxi A chi piace: Evocativi, spirituali, fotografi, sognatori, artisti, pantofolai con giudizio.

Voglio una vita da “spiritual seeker”

Il La che ha dato inizio ai “viaggi della spiritualità” è stata l’isola Mascarena di Mauritius che fa parte di un arcipelago ed è nota in tutto il mondo per il relax e i bellissimi fondali dove fare snorkeling. Nonostante ciò nell’entroterra esistono luoghi magici assolutamente da non perdere. Non credo sia scontato entrare in un tempio induista il giorno di Capodanno, ma il destino ha voluto farmi conoscere questa religione proprio in questa occasione ed è stata la porta di accesso per il successivo viaggio nello stato del Rajasthan (India).
Quando sono stata nella Repubblica di Mauritius (gennaio) essendo un clima tropicale, ho trovato sporadici acquazzoni di breve durata ma un sole abbagliante e un clima bellissimo per tutto il viaggio. Durante il mio soggiorno, una mattina nebbiosa e piovigginosa ho deciso di dedicarmi ai tesori dell’isola e prenotare un taxi.
Quando ormai avevo perso le speranze di poter rivedere il sole e scegliermi una spiaggetta paradisiaca dove dimenticare me stessa, ho trovato lui: il lago sacro “Ganga Talao”.

Il Dio Shiva “dalla gola blu”

Sono arrivata a piedi al lago sacro, e qui ho trovato numerosi pellegrini impegnati a festeggiare il Capodanno induista. Niente per me è stato più folgorante di ciò a cui ho avuto l’onore di assistere. Un’esperienza unica basata solo sull’onda dell’emotività dal momento che non avevo la benchè minima idea di come si svolgesse una rito induista.
Il lago sacro era circondato da una tiepida foschia mista a pioggerellina che rendeva tutto più struggente ma sicuramente più evocativo. Enormi statue dalla testa di elefante e di scimmia facevano da sentinelle alle sacre acque del lago e su di esse trotterellavano simpatiche scimmiette in carne ed ossa. Il Dio Shiva imponente e riconoscibile dal colore blu, dal terzo occhio e dal serpente al collo, accoglieva i pellegrini che si bagnavano mani e piedi in attesa di entrare nel tempio. Questa rappresentazione di Shiva viene anche detta “dalla gola blu” ovvero colui che beve tutto il veleno del mondo.

Ganga Talao: il lago sacro figlio del fiume Gange

Grazie alla generosità e all’ospitalità dei credenti, sono potuta entrare all’interno del Tempietto posto sulle rive del lago Ganga Talao e inaspettatamente sono stata travolta da un’esplosione di colori, profumi e fiori colorati dalla prevalente tonalità arancione.
La statua della divinità era al centro della stanza ricoperta di fiori, frutti, contenitori di acqua, la riproduzione perfetta di un giardino paradisiaco. I pellegrini andavano e venivano, e intonavano canti. Accanto all’ambiente principale c’era una piccola stanza laterale visibile dall’esterno grazie ad una vetrata e anche qui i pellegrini facevano sosta davanti alle divinità. In questa occasione ho potuto assistere a tutta la cerimonia, un regalo inaspettato e un’esperienza assolutamente formativa per entrare in contatto con un’altra religione e gli abitanti del luogo.

Una curiosità: la leggenda narra che il “Ganga Talao” abbia tratto origine dalle sacre acque del fiume Gange, trasportate sulla propria testa dal dio Shiva che con Brahama e Vishnu compone la Trimurti, la forma triplice dell’essere supremo induista.
So che manca ancora qualche mese a Capodanno ma pandemia e restrizioni aeree permettendo, ho pensato di parlarvi in anticipo delle Mauritius e del Lago sacro Ganga Talao così avrete la possibilità di documentarvi approfonditamente su questo indimenticabile viaggio e arrivare preparati alla prenotazione!

 

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CRACO, IL PAESE FANTASMA – PRESTO ONLINE

CRACO, IL PAESE FANTASMA – PRESTO ONLINE

CRACO, IL PAESE FANTASMA – PRESTO ONLINE

Sulla sommità di una collina il Borgo in pietra di Craco è un paese fantasma assolutamente da non perdere per la suo intrigante storia e il suo fascino senza tempo. Scarpe comode e in marcia verso la Basilicata!

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