Tre giorni alla partenza per la Slovenia

Tre giorni alla partenza per la Slovenia

Tre giorni alla partenza per la Slovenia

La valigia in pandemia: un paio di pigiami
Lunedì 27 dicembre 2021 h18,00

Tra 3 giorni partirò per la Slovenia. Pensando alla possibilità di poter essere contagiata dal maledetto virus sembrerà un’eternità. Prima della pandemia il tempo non passava mai per la gran voglia di partire, oggi il tempo diventa infinito per la voglia di poter arrivare.
Farò un tampone rapido prima del 30 dicembre, non è sicuro dice, però mi fa sentire più tranquilla.

Tra aumento dei contagi e ricoveri questo viaggio è ancora in “forse” nella mia testa anche se la voglia di mollare tutto e andare è tanta.

Ricapitoliamo: ho trascorso un Natale in montagna tra “pochi fedelissimi” per evitare brutte sorprese, ho fissato un tampone rapido prima della partenza e uno fai da te è già in valigia. Ho attivato un’assicurazione sanitaria e anche la mia permanenza a Kranjska Gora dovrebbe essere piuttosto isolata tra ciaspolate sulla neve e cene “protette”. Qualche amico mi ha detto: ma se devi andare per stare reclusa cosa ci vai a fare? Questo commento porta con sè una triste verità ma per alcuni, me inclusa, i viaggi sono una vera e propria medicina. Anche solo caricare una valigia in macchina, vedere paesaggi nuovi, documentarsi su percorsi mai affrontati, evadere dalle preoccupazioni della quotidianità è già un successo.

Questa pandemia porta con sè oltre ad un problema di tipo medico sanitario anche un enorme disagio psicologico. Il nostro umore è cambiato, ciò che sembrava banale e quasi scontato oggi non lo è più e compatibilmente con ciò che in questo periodo è possibile fare, curare la nostra mente e coccolare in nostri pensieri è il regalo più grande che possiamo farci.
Mentre scrivo, la montagna mi regala la compagnia della confortante fiamma di un caminetto. In maniera cocciuta e testarda l’ho voluto ricreare anche a casa mia dove non ho potuto costruire una canna fumaria ma mi sono accontentata di un bio-caminetto. Inizio piano piano a pensare a cosa mettere in valigia e purtroppo quest’anno troneggiano in prima fila un paio di pigiami.. dovessero servirmi per una eventuale Quarantena… Speriamo di no, ma le priorità cambiano e noi cambiamo con loro.

 

.

SHARE ON:
Aix en Provence: alla scoperta di Paul Cezanne

Aix en Provence: alla scoperta di Paul Cezanne

Aix en Provence: alla scoperta di Paul Cezanne

Dove: Francia – Provenza
Clima: Inverni freddi e ventosi, estati calde e mitigate
Mezzo di Trasporto: auto e gambe A chi piace: Ai raffinati, ai frequentatori di Caffetterie, agli architetti, agli ispirati, a chi batte il tempo, a chi si gode la vita, ai botanici.

 

Aix en Provence: sulle tracce di Paul Cezanne

  • Un’immensa vetrata posizionata a nord da cui entra una luce potente ma non disturbante la cui angolatura è stata ossessivamente studiata dallo stesso Paul Cezanne quando nel 1901 per 2000 franchi acquistò una piccola casa di campagna sulla collina dei Lauves per trasformarla nel proprio Atelier. Una scelta fatta in piena maturità se pensiamo che dopo quasi sei anni sarebbe morto. Una decisione la sua, estremamente importante se riflettiamo sul fatto che saranno proprio le opere della maturità a trasportarlo verso la geometrizzazione dei volumi come precursore del cubismo. Aix-en Provence fu la città natale di Paul Cezanne, una città a tutt’oggi famosa per la sua eleganza, le fontane zampillanti, le bellezze architettoniche e i tavoli da gioco. Dalla casa natale fino all’Atelier sulla collina dei Lauves, ripercorriamo insieme gli ultimi anni di vita di Cezanne, vivendo la sua quotidianità e imparando dalla sua esperienza di vita.
  • Conosceremo:
  • Corso Mirabeau, una delle direttrici più importanti del centro storico di Aix ricco di caffè e vicino a golosissime Boulangerie
  • L’abitazione di Cezanne in rue Boulegon
  • La collina dei Louves
  • l’Atelier di Paul Cezanne

La collina dei Lauves verso l’Atelier di Cezanne

Facciamo un salto nel tempo e immaginiamoci Aix En Provence nel 1901. Siamo nel periodo della Belle Epoque e Cezanne ha appena acquistato il proprio Atelier. Ogni giorno il pittore, percorre il tragitto che dallla propria abitazione nel centro di Aix (rue Boulegon), arriva all’Atelier in Avenue P. Cezanne 9. E’ molto interessante fare questo tragitto a piedi, perchè non solo è possibile rivivere la vita di Cezanne, ma apprezzare la trasformazione dell’ambiente così come lo vediamo oggi. Questo tragitto a piedi seppur in salita, è possibile farlo agevolmente in circa un quarto d’ora. In alternativa potete tranquillamente recarvi nei pressi con la macchina.

La collina dei Lauves ospita numerosi edifici moderni ma nel 1900, l’Atelier era in aperta campagna. Questa abitazione dalle persiane rosse, gli infissi azzurri i muri in pietra avvinti dall’edera è a due piani e circondata da un piacevolissimo e silenzioso parco che la rende il luogo ideale dove isolarsi e dipingere. Al piano terreno, oggi luogo di accoglienza e shop, c’erano due stanze, una cucina e un bagno. Non abbiate fretta di entrare nell’edeficio ma godetevi il parco magari sedendovi a bere un caffè e catturate con lo sguardo e l’immaginazione ciò che Cezanne viveva abitualmente. Sarà un’emozione senza precedenti.

l’Atelier Cezanne: la grande vetrata

Ammirato il parco entriamo nella piccola abitazione recandoci al primo piano grazie ad una imponente scala dove sono riconoscibili le popolari cementine esagonali rosse tipiche dei primi del ‘900. Sbirciamo dalla finestra il piacevole affaccio sulla campagna di Aix, ed entriamo infine nell’area studio dove imponente e bellissima ci accoglie la grande vetrata dai profili in ferro. Qui sarete circondati da tutti gli oggetti cari a Cezanne protagonisti delle famosissime nature morte; potrete sedervi in silenzio e approfondire la conoscenza con l’ambiente intorno a voi.

Indubbiamente colpirà l’attenzione un ampio salone pieno di luce e silenzio dove si dice Cezanne stesse al centro della stanza con in dosso un grembiule di tela spessa (ancora oggi visibile), il suo cavalletto e tutt’intorno tele, oggetti presi a prestito dalla dispensa, colori, teschi, nature morte, il famoso vaso verde di terracotta porta olive (la cui riproduzione è anche in vendita) e tutto ciò che poteva essere utile all’artista come fonte di ispirazione per le proprie creazioni.

Cezanne era un “ragioniere modello” della pittura: ogni giorno si alzava prima dell’alba per essere alle 6 al proprio Atelier. Dipingeva fino circa a metà mattina per poi tornare a pranzo nella propria casa in centro. Il pomeriggio ripercorreva la strada in salita sullla collina dei Lauves e ritronava alla pittura sia nel suo studio che all’aperto riproducendo l’amatissima montagna Sainte Victorie. Rincasava poi prima di cena. La pittura lo accompagnerà in maniera ossessiva fino a quel 15 ottobre 1906 quando, sopreso da un forte temporale, deciderà di contnuare a dipingere bagnato fradicio e febbricitante. Riportato a casa da qualche passante stanco e malato dipingerà allo stremo delle forze anche il giorno della propria dipartita, il 23 ottobre 1906. Paul Cezanne infatti muore nella propria casa al centro di Aix a causa di una grave pleurite.

Dopo Cezanne

Come si dice a volte il destino ci mette lo zampino e l’Atelier di Cezanne è arrivato sano e salvo sino ai nostri giorni. Scampato a vari tentativi di demolizione, due storici dell’arte decisero di salvare l’edificio, costituendo il Memorial Cezanne Committee a cui aderirono 114 appassionati di arte americani. Grazie a questa scelta geniale e temeraria e ai fondi che il comitato riuscì a raccogliere, nel 1954 fu istitutito il museo dell’Atelier di Cezanne poi ceduto nel 1969 alla città di Aix en Provence e nel 2002 dichiarato ufficilamente museo di Francia.

Ancora oggi quando salirete le scale per entrare nello studio con la grande vetrata, prima guardatevi intorno e fotografate con la mente tutti gli oggetti cari al pittore, poi chiudete gli occhi e nel silenzio totale apprezzate gli echi olfattivi della trementina, dei colori sparsi sulla tavolozza e delle frutta matura pronta per essere dipinta.

Se vi trovate nella zona della Camargue, Arles e i luoghi cari a Van Gogh sono assolutamente da non perdere! cliccate qui e proseguite il tour. (https://www.sunshineonmymind.it/2021/09/02/arles-alla-scoperta-dei-luoghi-cari-a-van-gogh)

Informazioni pratiche: Se vi piace camminare e visitare in uno stesso giorno sia il centro di Aix en Provence che l’Atelier, parcheggiate al parcheggio a pagamento “Place Villon” ed entrate a piedi in centro. Dal corso Mirabeau, uno dei viali più importanti della città, introducetevi nei vicoli e nelle stradine come in Rue d’Italie, e perdetevi tra i negozi e i prodotti tipici delle Boulangerie. Se volete arrivare all’Atelier a piedi e prima visitare dall’esterno la casa dove morì Cezanne all’altezza di Rue d’Italie impostate il vostro navigatore e svoltate a sinistra verso rue Boulegon. Infine dirigetevi  verso Avenue P. Cezanne. Prima di salire la collina ci sono alcuni piccoli supermercati dove potrete acquistare qualcosa da mangiare se non volete fermarvi ad un ristorante. Ricordatevi che all’Atelier non sarà possibile acquistare cibo. Se non volete fare il percorso a piedi che dura circa mezz’ora o di più se vi intratterrete per negozi e caffè, potrete parcheggiare al al Parking Pasteur e arrivare in pochi minuti all’Atelier.

All’Atelier si accede solo su prenotazione on line al sito: https://www.cezanne-en-provence.com/en/prepare-your-visit/individual/visit-atelier-cezanne/

Se ti è piaciuto l’articolo o ti è sembrato utile condividilo, sarà un prezioso aiuto per far crescere questo blog! Tutti i viaggi sono interamente autofinanziati. Se ancora non l’hai fatto iscriviti alla pagina: https://www.facebook.com/Sunshine.on.my.mind.official/  .
Per qualsiasi approfondimento non esitare a contattarmi!

 

SHARE ON:
Arles: alla scoperta dei luoghi cari a Van Gogh

Arles: alla scoperta dei luoghi cari a Van Gogh

Arles: alla scoperta dei luoghi cari a Van Gogh

Dove: Francia – Provenza
Clima: Inverni freddi e ventosi, estati calde e mitigate
Mezzo di Trasporto: auto e gambe A chi piace: ai vagabondi, a chi non guarda l’orologio, a chi ama lo stile boho, a chi vive di luce, ai pittori, ai romantici, ai sognatori.

 

Arles: tour dei luoghi cari a Van Gogh

  • Se vi trovate nel sud della Francia Arles e Aix-en-Provence, sono due città provenzali assolutamente da non perdere. Oltre ad essere accumunate da antiche origini romane si legano indissolubilmente a due maestri della pittura impressionista e post-impressionista di fama mondiale: Vincent Van Gogh e Paul Cezanne.
    In questo articolo andremo a “braccetto” con Van Gogh per i vicoli e la campagna assolata di Arles, in cerca dei luoghi cari al grande artista. Nel prossimo articolo suoneremo all’Atelier di Paul Cezanne.
    Di seguito vedremo:
    Espace Van Gogh (antico ospedale “Hotel Dieu”)
    Ponte di Trinquettaille
    La Casa Gialla (dove visse Van Gogh) in place Lamartine
    Il Vecchio Mulino in rue Mireille
    La terrazza del Cafè de la Nuit
    Il Giardino pubblico di Arles
    Il Ponte di Langlois

Espace Van Gogh ovvero l’antico ospedale “Hotel Dieu” di Arles – 1889

Iniziamo il nostro tour non per importanza ma per praticità dall’Espace Van Gogh, lo spazio espositivo un tempo l’antico ospedale di Arles, dove il grande pittore impressionista fu ricoverato tra il 1888 e il 1889 dopo il taglio dell’orecchio. Qui come in tutti i luoghi aperti di Arles è facile restare colpiti dalla particolarità della luce, intensa, quasi abbagliante soprattutto in primavera ed estate, una realtà in perfetta sinergia con le opere dell’artista olandese. Non è difficile immaginare come Van Gogh fosse rimasto abbagliato dalla luce e dal calore della Provenza e in particolare di Arles. Il cortile dell’antico Hotel Dieu oggi è rimasto estremamente fedele all’opera “ Il cortile dell’Ospedale di Arles”: le arcate gialle, la geometria degli spazi, le specie arboree presenti, vi sembrerà di tornare indietro nel tempo.

Il Ponte di Trinquettaille – 1888

Proseguiamo il nostro tour tra i vicoli di Arles, raggiungendo dopo pochi minuti il Ponte di Trinquettaille sul fiume Rodano, un’opera che nel 2021 è stata stimata da Christie’s a New York tra i 25 e i 35 milioni di dollari. Passeggiamo per i percorsi pedonali che costeggiano il notevole bacino di acqua del Rodano e immaginiamoci un inestimabile artista in trepidante attesa di immortalare non solo un luogo ma anche uno stato d’animo. Mentre proseguiamo in direzione della “Casa Gialla”, la casa dove visse Van Gogh, godiamo della notevole apertura di questo paesaggio a volte molto ventoso.

“La Casa Gialla” – Place Lamartine – 1888

Proseguiamo il nostro tour fra i luoghi cari a Van Gogh raggiungendo Place Lamartine, il luogo che ispirò l’opera “La Casa Gialla”, dove soggiornò l’artista. Purtroppo la casa non esiste più perché fu gravemente bombardata durante la II guerra mondiale e demolita. Nonostante ciò restano ancora oggi riconoscibili gli altri elementi presenti nella piazza, come l’edificio sul restro della casa Gialla o il viadotto ferroviario. Van Gogh amava la luce e Place Lamartine, era per lui continua fonte di ispirazione e calore per la propria anima.

Il vecchio Mulino – 1888

Il vecchio mulino in rue Mireille, è oggi il luogo meno conservato dei soggetti cari a Van Gogh, anche se è comunque interessante una sosta per ammirare il corpo centrale in pietra del manufatto che è sempre esistente. Come in molte città, l’urbanizzazione e il passare dei secoli, ha fatto si che le periferie, un tempo ameni luoghi di campagna con campi coltivati e romantici sentieri, abbiano perso un po’ del proprio fascino. Nonostante ciò si nota un tentativo di riportare il mulino alle sembianze originarie o almeno a quelle attinenti al quadro. Purtroppo qualcosa è andato storto e oggi il mulino è un edificio abbandonato e transennato. Ci auguriamo possa presto essere recuperato così come merita.

La Terrazza del Caffè di notte – 1888

Dal mulino di Rue Mireille, tramite un cavalcavia sopraelevato, è possibile ritornare in centro in pochi minuti e finalmente rilassarsi sosrseggiando un buon caffè (per noi esigenti italiani vi assicuro non è male) al Caffè Van Gogh, già Terrazza del Caffè, immortalato da Van Gogh in una delle sue più famose opere. Arrivati in Place de Forum, l’energia che vi trasmetterà questo storico caffè sarà un potente catalizzatore verso uno dei suoi tavolini rotondi di marmo, con la gamba in ferro pieno tipici dei caffè francesi di fine ‘800. I Caffè storici sono da sempre luoghi preziosi da cui è passata la letteratura e l’arte, luoghi di incontri, e luoghi di discussione. Come non riconoscere negli arredi del Caffè, la volontà oggi simbolica di mantenere i colori primari del giallo e del blu, cromie distintive dell’opera di Van Gogh che nel quadro in oggetto diventano sognanti, a tratti fiabeschi.
Sedetevi così a gustare un caffè gourmand con un delizioso cabaret di pasticcini e immaginatevi le bellissime sere di fine ‘800, notti infinite di persone comuni che molto avevano da raccontare della propria realtà.

Il giardino pubblico di Arles – 1888

Dopo una sosta al Caffè Van Gogh è ora di ripartire per il parco pubblico in boulevard des Lices. Questo spazio verde è una deliziosa area tra i boulevard e l’arena romana. Oltre ad essere immortalato sulle tele di Van Gogh questo giardino ospita anche mostre fotografiche “an plein air”, interessanti anche come installazioni pubbliche. Fermatevi all’entrata del parco per apprezzare le somiglianze con il celebre quadro impressionista ed immaginatevi il nostro amato pittore pronto a cogliere l’anima di Arles con le sue sapienti pennellate.

Il Ponte di Langlois – 1888

Questa zona decentrata rispetto al centro cittadino è quella che mi ha emozionata in assoluto. Il Ponte di Langlois si trova lungo rue Monge, nel percorso naturalistico che collega Arles a Port Louis. Immaginiamoci anche qui un’Arles molto contenuta rispetto ad oggi, circondata da una suggestiva campagna punteggiata di mulini, sentieri, fiumi, e case rurali. E ancora gli elementi naturali tanto cari a Van Gogh forse parte di un immaginario che proveniva dalla sua terra di origine. Salite sul nuovo ponte e immaginatevi l’antico ponte di Langlois con accanto le lavandaie intente a fare il bucato, il cielo terso e cristallino che si rispecchia nell’acqua del fiume, la magia della luce e infine un pittore che dialoga con la sua tela ed è pazzamente innamorato di ciò che vede. Questa infatti non è l’unica tela che dipinse l’artista su questo soggetto, esistono due disegni a penna, un acquerello e uno schizzo in una lettera. L’antico Ponte di Langlois che vediamo oggi purtroppo non è quello originario. E’ una copia fedele del 1962 che egregiamente ci accompagna nel mondo pittorico di Van Gogh.

I luoghi di cui vi ho parlato sono solo alcuni di quelli che Van Gogh  immortalò sulle proprie tele ad Arles, tracce indelebili di un sentire profondamente intimo, che insegano a vivere pienamente ciò che chiamiamo quotidianità.

Siete in Provenza per qualche giorno? Non potete assolutamente perdervi l’Atelier di Paul Cezanne ad Aix en Provence! Cliccate qui e proseguite il viaggio! (https://www.sunshineonmymind.it/2021/10/08/aix-en-provence-alla-scoperta-di-paul-cezanne/)

Consigli pratici:

Il tour che vi ho proposto  si può fare agevolmente lasciando la macchina parcheggiata lungo Boulevard des Lices, dove troverete i parchimetri come in Italia. Prendetevi tutta la mattina per farlo con tranquillità, riposarvi, scattare delle foto e poter sbirciare in qualche negozietto lungo la strada. I ristoranti in prossimità del Caffè Van Gogh sono molto affollati nell’ora di pranzo ma potrete tranquillamente andare qualche strada più lontana e tornare a sorseggiare un buon caffè. Per ogni necessità dell’ultimo minuto ci sono due supermercati molto comodi nel centro città.

Se ti è piaciuto l’articolo o ti è sembrato utile condividilo, sarà un prezioso aiuto per far crescere questo blog! Tutti i viaggi sono interamente autofinanziati.

Credo che la passione per i viaggi, la conoscenza di culture e persone nuove, possano veramente farci sentire cittadini di una casa comune chiamata Terra e far maturare in noi la consapevolezza e il rispetto verso tutto ciò che ancora non conosciamo.

Se ancora non l’avete fatto iscrivetevi alla pagina: https://www.facebook.com/Sunshine.on.my.mind.official/  .
Per qualsiasi approfondimento non esitate a contattarmi!

Fonti Immagini:
La terrazza del Cafè de la Nuit, La Casa Gialla, Il Ponte di Langlois – H.Bronkhorst <<Vincent Van Gogh>>, Fratelli Melita Editori, La Spezia Italy, 1990
Ponte di Trinquettaille e Il Giardino pubblico di Arles – Wikimedia Commons
Il Vecchio Mulino in rue Mireille – Gloria Fossi <<Sulle tracce di Van Gogh>>, Giunti Editore, Ristampa 2020

 

SHARE ON:
Repubblica Ceca: tra fiabe e cukroví, aspettando il nuovo Anno

Repubblica Ceca: tra fiabe e cukroví, aspettando il nuovo Anno

Repubblica Ceca: tra fiabe e cukroví, aspettando il nuovo Anno

Immersi nelle festività natalizie mi piace pensare o almeno sperare che nonostante il difficile periodo che stiamo vivendo, la fantasia e il sogno siano due potentissime frecce al nostro arco per trascorrere qualche ora di serenità al riparo e al calduccio nelle nostre case. Visto che con mia grande sorpresa ma anche felicità, la Repubblica Ceca è un territorio ricco di tradizioni natalizie, di racconti ma anche di tradizioni culinarie molto appetitose, ho pensato di trascorrere ancora un po’ di tempo con Marco Ciabatti, un mio grande amico ma soprattutto una preparatissima guida turistica a Praga. Grazie ai suoi racconti Marco ci fa da “guida” all’interno delle tradizioni natalizie della Repubblica Ceca preparandoci ad un viaggio futuro che va assolutamente segnato in agenda!

Quali sono le fiabe natalizie più popolari della Repubblica Ceca?

Devo dire che le favole sono un grande classico delle festività natalizie: in Repubblica Ceca ma anche nella confinante Germania così come nella Repubblica Slovacca o in Federazione Russa (lontana geograficamente ma molto vicina al livello culturale), c’è una tradizione favolistica molto forte e radicata. I bambini guardano spesso le favole in TV ma durante le festività natalizie la tradizione è quella di condividerne la visione con tutta la famiglia riunita, il pomeriggio ma anche la sera.
Non si tratta di semplici cartoni animati, ma di veri e propri film per la TV, la maggior parte dei quali realizzati tra gli anni ‘60 e gli anni ’80 del secolo scorso. Oltre alle tante storie tradizionali locali, contraddistinte quasi sempre da principesse, streghe, elfi e folletti, non mancano i grandi classici internazionali, come Cenerentola, La Principessa sul pisello o Hansel e Gretel; tuttavia, il più grande classico del Natale è la favola russa Mrazík del 1964, dove, nel pieno dell’inverno, la ragazzina protagonista della storia viene soccorsa dalla controparte russa di Babbo Natale, ovvero il “Nonno gelo” e può sperare di ricongiungersi con il proprio innamorato Ivan. E’ una storia molto bella dove ci sono dentro tutti gli elementi dei grandi classici: la lotta tra bene e male, malefici e incantesimi, l’amore che trionfa su tutto.

 

 

Quali sono i dolci tipici che accompagnano le favole natalizie?

Senza dubbio i “Vánoční cukroví”, sono i biscotti tipici delle festività natalizie che oggi si possono trovare già confezionati nei supermercati ma non hanno lo stesso sapore di quelli “home made”! “Cukr” in ceco significa zucchero e “Cukrárna” significa pasticceria, ma la miglior traduzione italiana è “pasticcini natalizi”.
Ancora oggi sono davvero tante le persone, anche molto giovani, che si cimentano nella preparazione casalinga di questi biscotti tipici, che tra l’altro hanno delle forme codificate: non si può e non si deve improvvisare, ogni biscotto ha il proprio nome specifico! Gli cukroví sono ovviamente a base di pastafrolla, e, a seconda del tipo, sono impreziositi con zucchero a velo, cioccolato, marmellata e noci.
Un altro dolce tipicamente natalizio è la Vánočka (o pane di Natale), una treccia di pasta dolce impreziosita da scaglie di mandorle e a volte ma non sempre, uvetta all’interno che si può affettare proprio come una pagnotta e usare per colazione o come fine pasto, tipicamente spalmata di burro.
Molto importanti sono anche i Perníčky, ovvero i biscotti di pan di zenzero decorati con glassa di zucchero o cioccolato, dalle forme più disparate e che, a volte, diventano delle vere e proprie opere d’arte dell’artigianato tipico locale.

Ringrazio Marco per questi gustosissimi racconti e vi sfido a preparare i biscotti di Natale della Repubblica Ceca. Troverete tantissime ricette sia on-line che contattando Marco. Chi li cucinerà per primo mi scriva: oltre a pubblicarli ne approfitteremo per parlare ancora dei vostri viaggi del cuore.

Foto: Marco Ciabatti
Marco Ciabatti guida a Praga:
http://www.vivipraga.eu
www.vivipraga.eu

 

SHARE ON:
Riti scaramantici e leggende natalizie della Repubblica Ceca

Riti scaramantici e leggende natalizie della Repubblica Ceca

Riti scaramantici e leggende natalizie della Repubblica Ceca

Credo fermamente che le tradizioni popolari siano fondamentali per conoscere l’essenza dei luoghi e l’anima delle persone. Le tradizioni dicono molto di noi e dei nostri antenati, la profondità dell’animo umano nel dare un senso alle cose, quella parte inconscia forse anche un po’ superstiziosa che cerca di spiegare ciò che accade indipendentemente da tutto, dalla scienza e dalla razionalità. È stato così naturale per me innamorarmi dei racconti di Marco Ciabatti, guida turistica a Praga, che tanti anni fa è partito in una rigida sera dicembrina verso la Repubblica Ceca per stabilircisi definitivamente. Una scelta fatta per amore, prima di Michela e oggi di un intero territorio.
In tempo di pandemia, e con la speranza di poter partire prima possibile per la bellissima Praga, ho chiesto a Marco se potesse farci un bellissimo regalo di Natale raccontandoci qualche tradizione natalizia nella Repubblica Ceca, che generalmente racconta con dovizia di particolari nei suoi interessanti tour alla scoperta di Praga.

Come viene vissuto il Natale in Repubblica Ceca?

Devo fare una premessa doverosa: la Repubblica Ceca è il paese più ateo d’Europa, un retaggio dovuto alle numerose guerre di religione che si sono susseguite in questo territorio nei secoli passati e, ovviamente, fortemente incentivato nel periodo comunista. In base ai sondaggi degli ultimi anni, il 70%-75% della popolazione ceca non si riconosce in nessuna dottrina religiosa*, anche se buona parte di loro non nega di sperare che ci sia qualcosa oltre la morte. Tuttavia, il Natale è una festività molto sentita dalla popolazione, ed è vissuta non tanto dal punto di vista spirituale quanto da quello della tradizione, anche se una radice cristiana è evidente. Basti pensare che i bambini non ricevono i doni da Babbo Natale bensì da Gesù Bambino, anche se quest’ultimo viene percepito dai più come fosse il personaggio di una fiaba. Inoltre, molto importante e sentita è anche la precedente festa di San Nicola, il 5 dicembre.
Il 24 dicembre è un giorno di festa sotto tanti aspetti: iniziano le vacanze scolastiche, in genere viene fatto l’albero di Natale e iniziano i preparativi per la cena della vigilia, normalmente molto intima e condivisa con i familiari più stretti. Si può dire che il 24, per i cechi, è certamente il giorno più importante di tutto il periodo natalizio.

 

Tra leggenda e superstizione: come ci si prepara alla cena della Vigilia di Natale?

Esistono un gran numero di usanze ancestrali che oramai sono state quasi del tutto dimenticate, ma che non perdono il loro fascino.
Iniziamo con l’apparecchiatura della tavola, dovrebbe sempre essere in numero pari per favorire la buona sorte. Nel caso i commensali fossero dispari dovrebbe essere aggiunto un coperto in più.
Le gambe del tavolo dovrebbero essere legate con una corda per proteggere la famiglia da spiacevoli intrusioni di ladri per tutto l’anno successivo.
La cena deve presentare sempre nove portate che comprendono alimenti come: l’aglio, le lenticchie, il miele e la carpa. La carpa fritta, preceduta dalla zuppa di carpa, è il piatto per eccellenza della Vigilia di Natale e viene preparata nella quasi totalità delle case.
L’allevamento delle carpe è un’attività molto importante in Repubblica Ceca. Fino ad un paio di decenni fa, molte famiglie compravano la carpa ancora viva e qualche giorno prima della vigilia la mettevano a nuotare nell’acqua pulita della vasca di casa per la gioia di tutti i bambini.
Molti alimenti presenti sulla tavola si dice abbiano proprietà magiche: l’aglio dona forza e protezione, il miele protegge dal male, i funghi danno salute e forza, il grano (precedentemente immerso in acqua santa), viene sparso per la casa per impedire che nel futuro possano prendere fuoco le mura domestiche. Semi di papavero, piselli, grano e orzo, devono essere dati alle galline il giorno della vigilia per assicurare più uova l’anno successivo mentre la mela data alle capre, assicurerà un latte più dolce.
Per quanto riguarda le bevande nessun tipo di alcolico dovrebbe essere bevuto la Vigilia di Natale.
Nessuno dovrebbe alzarsi da tavola prima della cena per non portare sfortuna agli altri commensali e, per il medesimo motivo, a fine cena tutti dovrebbero alzarsi contemporaneamente, in quanto secondo la tradizione il primo ad alzarsi sarebbe la prima persona a morire l’anno successivo.
Infine, tutti gli avanzi della cena dovrebbero essere interrati vicino ad un albero da frutto in modo che il futuro raccolto possa essere abbondante e così regalare prosperità e gioia a tutta la famiglia.

Marco Ciabatti guida a Praga: www.vivipraga.eu
Fonti dati statistici: * https://www.pewesearch.org
Foto: Ciabatti Marco

 

SHARE ON: