Tre giorni alla partenza per la Slovenia

Tre giorni alla partenza per la Slovenia

Tre giorni alla partenza per la Slovenia

La valigia in pandemia: un paio di pigiami
Lunedì 27 dicembre 2021 h18,00

Tra 3 giorni partirò per la Slovenia. Pensando alla possibilità di poter essere contagiata dal maledetto virus sembrerà un’eternità. Prima della pandemia il tempo non passava mai per la gran voglia di partire, oggi il tempo diventa infinito per la voglia di poter arrivare.
Farò un tampone rapido prima del 30 dicembre, non è sicuro dice, però mi fa sentire più tranquilla.

Tra aumento dei contagi e ricoveri questo viaggio è ancora in “forse” nella mia testa anche se la voglia di mollare tutto e andare è tanta.

Ricapitoliamo: ho trascorso un Natale in montagna tra “pochi fedelissimi” per evitare brutte sorprese, ho fissato un tampone rapido prima della partenza e uno fai da te è già in valigia. Ho attivato un’assicurazione sanitaria e anche la mia permanenza a Kranjska Gora dovrebbe essere piuttosto isolata tra ciaspolate sulla neve e cene “protette”. Qualche amico mi ha detto: ma se devi andare per stare reclusa cosa ci vai a fare? Questo commento porta con sè una triste verità ma per alcuni, me inclusa, i viaggi sono una vera e propria medicina. Anche solo caricare una valigia in macchina, vedere paesaggi nuovi, documentarsi su percorsi mai affrontati, evadere dalle preoccupazioni della quotidianità è già un successo.

Questa pandemia porta con sè oltre ad un problema di tipo medico sanitario anche un enorme disagio psicologico. Il nostro umore è cambiato, ciò che sembrava banale e quasi scontato oggi non lo è più e compatibilmente con ciò che in questo periodo è possibile fare, curare la nostra mente e coccolare in nostri pensieri è il regalo più grande che possiamo farci.
Mentre scrivo, la montagna mi regala la compagnia della confortante fiamma di un caminetto. In maniera cocciuta e testarda l’ho voluto ricreare anche a casa mia dove non ho potuto costruire una canna fumaria ma mi sono accontentata di un bio-caminetto. Inizio piano piano a pensare a cosa mettere in valigia e purtroppo quest’anno troneggiano in prima fila un paio di pigiami.. dovessero servirmi per una eventuale Quarantena… Speriamo di no, ma le priorità cambiano e noi cambiamo con loro.

 

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Lago di Garda: Salò, Sirmione e il Vittoriale di Gabriele D’Annunzio

Lago di Garda: Salò, Sirmione e il Vittoriale di Gabriele D’Annunzio

Lago di Garda: Salò, Sirmione e il Vittoriale di Gabriele D’Annunzio

Dove: Lago di Garda – Italia
Clima: Inverni freddi, estati calde e afose
Mezzo di Trasporto: macchina e gambe
A chi piace: appassionati di antiquariato e Oriente, architetti, interior design, a chi scrive poesie davanti al mare, a chi annusa i libri prima di leggerli, ai cercatori del silenzio.

Questo tour fa per voi se: avete solo un giorno o un week end, vi spostate volentieri con mezzi propri (fanno ottimizzare il tempo!), amate i laghi le albe e i tramonti, non disdegnate un po’ di storia e siete amanti sfrenati dell’interior design e dell’Oriente. Se vi riconoscete in questo profilo, venite con me! Destinazione Lago di Garda!
In questo articolo visiteremo:
Salò per un veloce caffè
Gardone Riviera, dove ha sede il Vittoriale, l’ultima dimora del poeta e letterato Gabriele D’Annunzio
Sirmione nota per le acque, termali, il Castello Scaligero, le Grotte di Catullo e la dimora di Maria Callas.

Salò, un salotto a cielo aperto

Credo che la maggior parte di noi conosca Salò per la sua storia. Questa cittadina in provincia di Brescia fu sede durante la II guerra mondiale di alcuni ministeri della Repubblica Sociale italiana, il governo voluto dai nazisti con a capo Mussolini che avrebbe dovuto controllare alcuni territori italiani in un disperato quanto illusorio tentativo di far rinascere il Fascismo come alle origini.
Mi piace definire Salò un “salotto a cielo aperto” grazie alla posizione privilegiata sul lago di Garda, gli scorci minuziosamente curati e la natura che cinge la cittadina come in un abbraccio. E’ infatti possibile fare numerosi sport all’aria aperta come trekking sul monte San Bartolomeo, sub e nella stagione estiva nuotare nelle trasparenti acque del lago dove sono presenti numerose spiaggette. Essendo a pochi minuti dal Vittoriale degli italiani, Salò è perfetta anche per una sosta veloce. Fermatevi a prendere un caffè lungo il lago e sedetevi come ho fatto io al tepore del sole di autunno, sorseggiando un ottimo caffè in prossimità dell’acqua e facendovi cullare dalle piacevoli sensazioni che solo la natura può offrire. Dopo una breve sosta riprendiamo il cammino verso il Vittoriale degli Italiani, l’ultima dimora del poeta e letterato Gabriele D’Annunzio.

 

 

 

A casa del “Vate”

Nominare Gabriele D’annunzio è entrare in un mondo pieno di infinite sfaccettature. Un uomo che volle tutto, ebbe molto si sentì quasi eterno, fu riconosciuto come un mito vivente e visse nella continua sfida con se stesso e con il mondo. Tralasciamo la sua carriera politica e dedichiamoci al poeta e letterato, esponente del Decadentismo e grande amante del lusso, dell’estetica, delle donne e dell’arredamento.
D’Annunzio acquistò villa Cargnacco a Gardone Riviera nel 1921 e vi morì il 1 marzo del 1938. All’interno del parco del Vittoriale tutto è solenne e sacrale. Colonnati, riferimenti alla classicità, addirittura un anfiteatro ed una nave incastonata nel cuore del parco. D’Annunzio volle ricreare un piccolo mondo ideale a propria immagine e somiglianza un mondo che sarebbe sopravvissuto dopo di lui. In maniera geniale, immaginò la propria dimora come un museo, finanziata da quello stesso Stato che ne aveva permesso la realizzazione. Qui ospiterà uomini illustri, amanti, politici e artisti, una realtà sognante ma incredibilmente reale.

La Prioria

D’Annunzio volle chiamare la propria abitazione “la Prioria” e lui volle definirsi il Priore, un uomo che intrecciò sempre il sacro con il profano. La Prioria è costituita da due corpi: uno antico ed uno moderno dove oggi è collocato il museo e dove D’Annunzio stava già progettando uno nuovo spazio in cui abitare se la morte non lo avesse colto improvvisamente al tavolo del suo studio nella sala della “Zambracca”. Senza pregiudizi, percorrete una dopo l’altra le tante stanze concatenate che fanno parte dell’abitazione: 33.000 volumi, un’infinità di oggetti, tappezzerie pregiate, opere d’arte, sculture, tonalità di colori e stili abbinati con impegno maniacale. D’Annunzio inserisce anche la propria sfrenata passione per l’Oriente dove non andò mai, ma di cui fu sempre pazzamente affascinato, tanto da circondarsi di gusti e oggetti dal sapore orientale. Nel bagno padronale chiamato il “bagno blu” dal colore delle ceramiche, sono stati inventariati circa 800 oggetti che il poeta usava pochissimo, e teneva per decorazione. Nell’abitazione esiste solo un camino, per altro di rappresentaza, dal momento che la villa già ai primi del ‘900 era dotata interamente di riscaldamento.

 

 

 

 

Dalla Stanza del Lebbroso alla sala delle Cheli

Dalla Zambracca alla Stanza del Lebbroso alla Sala delle Cheli, D’Annunzio attribuisce simbolismi e funzioni ben precise ad ogni angolo della propria dimora.

Un viaggio nel viaggio dove non solo sarà possibile ammirare la bellezza degli arredi ma anche scoprire il mondo letterario e onirico del poeta che dedicò tutta la propria vita alla cultura. La Zambracca fu lo studiolo dove D’Annunzio venne trovato morto a causa di una emorragia cerebrale. Qui era presente un angolo “farmacia” estremamente fornito perché strano a dirsi, il poeta era ipocondriaco. La Stanza del lebbroso, è una incredibile stanza decorata con le tonalità del marrone francescano, il colore tipico degli abiti dei frati. Qui D’Annunzio stava in meditazione e qui verrà deposto dopo il decesso. La Stanza delle Cheli è invece una originalissima sala da pranzo di gusto orientale dove troneggia un enorme guscio di tartaruga. Come affermava lo stesso D’Annunzio era l’unica stanza “non triste” della casa, coloratissima dove sedevano i suoi ospiti ma non lui che amava spesso nutrirsi da solo. La Cheli era un monito per tutti: non abbondare con il cibo per non morire di indigestione come aveva fatto la tartaruga padrona del guscio. D’Annunzio mangerà poco ma avrà sempre fame di vita, una fame smodata che delineerà una storia ricchissima di ombre e controsensi.

Sirmione: la quiete di Maria Callas

Se avete a disposizione due giorni, dopo il Vittoriale sarà d’obbligo una tappa a Sirmione, cittadina bresciana situata su una penisola che si protende verso il lago di Garda.
Sirmione è nota per le acque termali, il Castello Scaligero costruito durante il XIII e XIV sec., il sito archeologico delle Grotte di Catullo e non solo. Forse non tutti sanno che a Sirmione dimorò la celebre cantante lirica Maria Callas insieme al marito l’industriale Meneghini. Divertitevi a cercare la villa gialla in via Catullo di fronte al Parco, oggi di proprietà privata. Quando l’avrete trovata, chiudete gli occhi e ripensate alla sacra voce della “Divina” mentre vola angelica tra le note di Casta Diva.

Vi piacciono i laghi? le isole e i segreti celati dai reperti archeologici? Proseguite il tour cliccando quì, alla scoperta del Lago Trasimeno e dell’Isola Polvese.
(https://www.sunshineonmymind.it/2021/07/08/estate-2021-navigando-il-lago-trasimeno-dallisola-polvese-allisola-maggiore-prima-parte/)

Informazioni pratiche: E’ possibile visitare il Vittoriale prenotando i biglietti dal sito. Il Parco è a fruizione libera mentre la visita guidata alla Prioria dura circa 45 minuti. Non sarà possibile fotografare gli interni ma saranno a disposizione delle riproduzioni nello shop. Prendentevi del tempo per visitare il Parco, la dimora di D’Annunzio, il museo e le relative pertinenze. Ogni luogo è necessario per comprendere a pieno il poeta. Volendo a Gardone Riviera ci sono alcuni ristoranti dove pranzare. Il centro di Sirmione come è già stato detto si trova su una penisola dove possono arrivare solo i taxi e chi ha l’autorizzazione. Se avete prenotato un albergo oltre il Castello Scaligero, avete due possibilità: o parcheggiate nei parcheggi a pagamento antistanti oppure qualche metro prima arrivando sulla dx ci sono dei parcheggi a pagamento che offrono il servizio navetta. Sono convenzionati con gli alberghi e molto comodi sopratutto se avete le valige. Il servizio comprende il parcheggio della macchina e la navetta andata e ritorno. Io ad esempio ho scelto la seconda possibilità essendo il mio albergo convenzionato con il servizio navetta.

 

 

 

 

 

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Repubblica Ceca: tra fiabe e cukroví, aspettando il nuovo Anno

Repubblica Ceca: tra fiabe e cukroví, aspettando il nuovo Anno

Repubblica Ceca: tra fiabe e cukroví, aspettando il nuovo Anno

Immersi nelle festività natalizie mi piace pensare o almeno sperare che nonostante il difficile periodo che stiamo vivendo, la fantasia e il sogno siano due potentissime frecce al nostro arco per trascorrere qualche ora di serenità al riparo e al calduccio nelle nostre case. Visto che con mia grande sorpresa ma anche felicità, la Repubblica Ceca è un territorio ricco di tradizioni natalizie, di racconti ma anche di tradizioni culinarie molto appetitose, ho pensato di trascorrere ancora un po’ di tempo con Marco Ciabatti, un mio grande amico ma soprattutto una preparatissima guida turistica a Praga. Grazie ai suoi racconti Marco ci fa da “guida” all’interno delle tradizioni natalizie della Repubblica Ceca preparandoci ad un viaggio futuro che va assolutamente segnato in agenda!

Quali sono le fiabe natalizie più popolari della Repubblica Ceca?

Devo dire che le favole sono un grande classico delle festività natalizie: in Repubblica Ceca ma anche nella confinante Germania così come nella Repubblica Slovacca o in Federazione Russa (lontana geograficamente ma molto vicina al livello culturale), c’è una tradizione favolistica molto forte e radicata. I bambini guardano spesso le favole in TV ma durante le festività natalizie la tradizione è quella di condividerne la visione con tutta la famiglia riunita, il pomeriggio ma anche la sera.
Non si tratta di semplici cartoni animati, ma di veri e propri film per la TV, la maggior parte dei quali realizzati tra gli anni ‘60 e gli anni ’80 del secolo scorso. Oltre alle tante storie tradizionali locali, contraddistinte quasi sempre da principesse, streghe, elfi e folletti, non mancano i grandi classici internazionali, come Cenerentola, La Principessa sul pisello o Hansel e Gretel; tuttavia, il più grande classico del Natale è la favola russa Mrazík del 1964, dove, nel pieno dell’inverno, la ragazzina protagonista della storia viene soccorsa dalla controparte russa di Babbo Natale, ovvero il “Nonno gelo” e può sperare di ricongiungersi con il proprio innamorato Ivan. E’ una storia molto bella dove ci sono dentro tutti gli elementi dei grandi classici: la lotta tra bene e male, malefici e incantesimi, l’amore che trionfa su tutto.

 

 

Quali sono i dolci tipici che accompagnano le favole natalizie?

Senza dubbio i “Vánoční cukroví”, sono i biscotti tipici delle festività natalizie che oggi si possono trovare già confezionati nei supermercati ma non hanno lo stesso sapore di quelli “home made”! “Cukr” in ceco significa zucchero e “Cukrárna” significa pasticceria, ma la miglior traduzione italiana è “pasticcini natalizi”.
Ancora oggi sono davvero tante le persone, anche molto giovani, che si cimentano nella preparazione casalinga di questi biscotti tipici, che tra l’altro hanno delle forme codificate: non si può e non si deve improvvisare, ogni biscotto ha il proprio nome specifico! Gli cukroví sono ovviamente a base di pastafrolla, e, a seconda del tipo, sono impreziositi con zucchero a velo, cioccolato, marmellata e noci.
Un altro dolce tipicamente natalizio è la Vánočka (o pane di Natale), una treccia di pasta dolce impreziosita da scaglie di mandorle e a volte ma non sempre, uvetta all’interno che si può affettare proprio come una pagnotta e usare per colazione o come fine pasto, tipicamente spalmata di burro.
Molto importanti sono anche i Perníčky, ovvero i biscotti di pan di zenzero decorati con glassa di zucchero o cioccolato, dalle forme più disparate e che, a volte, diventano delle vere e proprie opere d’arte dell’artigianato tipico locale.

Ringrazio Marco per questi gustosissimi racconti e vi sfido a preparare i biscotti di Natale della Repubblica Ceca. Troverete tantissime ricette sia on-line che contattando Marco. Chi li cucinerà per primo mi scriva: oltre a pubblicarli ne approfitteremo per parlare ancora dei vostri viaggi del cuore.

Foto: Marco Ciabatti
Marco Ciabatti guida a Praga:
http://www.vivipraga.eu
www.vivipraga.eu

 

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Riti scaramantici e leggende natalizie della Repubblica Ceca

Riti scaramantici e leggende natalizie della Repubblica Ceca

Riti scaramantici e leggende natalizie della Repubblica Ceca

Credo fermamente che le tradizioni popolari siano fondamentali per conoscere l’essenza dei luoghi e l’anima delle persone. Le tradizioni dicono molto di noi e dei nostri antenati, la profondità dell’animo umano nel dare un senso alle cose, quella parte inconscia forse anche un po’ superstiziosa che cerca di spiegare ciò che accade indipendentemente da tutto, dalla scienza e dalla razionalità. È stato così naturale per me innamorarmi dei racconti di Marco Ciabatti, guida turistica a Praga, che tanti anni fa è partito in una rigida sera dicembrina verso la Repubblica Ceca per stabilircisi definitivamente. Una scelta fatta per amore, prima di Michela e oggi di un intero territorio.
In tempo di pandemia, e con la speranza di poter partire prima possibile per la bellissima Praga, ho chiesto a Marco se potesse farci un bellissimo regalo di Natale raccontandoci qualche tradizione natalizia nella Repubblica Ceca, che generalmente racconta con dovizia di particolari nei suoi interessanti tour alla scoperta di Praga.

Come viene vissuto il Natale in Repubblica Ceca?

Devo fare una premessa doverosa: la Repubblica Ceca è il paese più ateo d’Europa, un retaggio dovuto alle numerose guerre di religione che si sono susseguite in questo territorio nei secoli passati e, ovviamente, fortemente incentivato nel periodo comunista. In base ai sondaggi degli ultimi anni, il 70%-75% della popolazione ceca non si riconosce in nessuna dottrina religiosa*, anche se buona parte di loro non nega di sperare che ci sia qualcosa oltre la morte. Tuttavia, il Natale è una festività molto sentita dalla popolazione, ed è vissuta non tanto dal punto di vista spirituale quanto da quello della tradizione, anche se una radice cristiana è evidente. Basti pensare che i bambini non ricevono i doni da Babbo Natale bensì da Gesù Bambino, anche se quest’ultimo viene percepito dai più come fosse il personaggio di una fiaba. Inoltre, molto importante e sentita è anche la precedente festa di San Nicola, il 5 dicembre.
Il 24 dicembre è un giorno di festa sotto tanti aspetti: iniziano le vacanze scolastiche, in genere viene fatto l’albero di Natale e iniziano i preparativi per la cena della vigilia, normalmente molto intima e condivisa con i familiari più stretti. Si può dire che il 24, per i cechi, è certamente il giorno più importante di tutto il periodo natalizio.

 

Tra leggenda e superstizione: come ci si prepara alla cena della Vigilia di Natale?

Esistono un gran numero di usanze ancestrali che oramai sono state quasi del tutto dimenticate, ma che non perdono il loro fascino.
Iniziamo con l’apparecchiatura della tavola, dovrebbe sempre essere in numero pari per favorire la buona sorte. Nel caso i commensali fossero dispari dovrebbe essere aggiunto un coperto in più.
Le gambe del tavolo dovrebbero essere legate con una corda per proteggere la famiglia da spiacevoli intrusioni di ladri per tutto l’anno successivo.
La cena deve presentare sempre nove portate che comprendono alimenti come: l’aglio, le lenticchie, il miele e la carpa. La carpa fritta, preceduta dalla zuppa di carpa, è il piatto per eccellenza della Vigilia di Natale e viene preparata nella quasi totalità delle case.
L’allevamento delle carpe è un’attività molto importante in Repubblica Ceca. Fino ad un paio di decenni fa, molte famiglie compravano la carpa ancora viva e qualche giorno prima della vigilia la mettevano a nuotare nell’acqua pulita della vasca di casa per la gioia di tutti i bambini.
Molti alimenti presenti sulla tavola si dice abbiano proprietà magiche: l’aglio dona forza e protezione, il miele protegge dal male, i funghi danno salute e forza, il grano (precedentemente immerso in acqua santa), viene sparso per la casa per impedire che nel futuro possano prendere fuoco le mura domestiche. Semi di papavero, piselli, grano e orzo, devono essere dati alle galline il giorno della vigilia per assicurare più uova l’anno successivo mentre la mela data alle capre, assicurerà un latte più dolce.
Per quanto riguarda le bevande nessun tipo di alcolico dovrebbe essere bevuto la Vigilia di Natale.
Nessuno dovrebbe alzarsi da tavola prima della cena per non portare sfortuna agli altri commensali e, per il medesimo motivo, a fine cena tutti dovrebbero alzarsi contemporaneamente, in quanto secondo la tradizione il primo ad alzarsi sarebbe la prima persona a morire l’anno successivo.
Infine, tutti gli avanzi della cena dovrebbero essere interrati vicino ad un albero da frutto in modo che il futuro raccolto possa essere abbondante e così regalare prosperità e gioia a tutta la famiglia.

Marco Ciabatti guida a Praga: www.vivipraga.eu
Fonti dati statistici: * https://www.pewesearch.org
Foto: Ciabatti Marco

 

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